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Le favolette

Di tutto quello che ci resta della produzione letteraria di Donelaitis, la testimonianza più antica sono le sei favolette in esametri qui presentate. In realtà, tanto queste quanto Le Stagioni ci sono arrivate prive di data di composizione, né sono menzionati fatti storici che possano orientarci. Pertanto, quello della datazione delle opere è un problema ampiamente dibattuto tra gli studiosi. Tuttavia, ci sono molti motivi che spingono a collocare le favolette agli inizi degli anni ’40, dunque quando Donelaitis si trovava a Stalupėnai.

Non sappiamo quante favole siano state scritte in totale. A noi ne restano sei: Lapės ir gandro česnis (“Il banchetto della volpe e della cicogna”), Rudikis jomarkininks (“Il cane Bruno al mercato”), Šuo Didgalvis (“Il cane Testagrossa”), Pasaka apie šūdvabalį (“Favoletta sullo scarabeo”), Vilks provininks (“Il lupo giurista”) e Aužuols gyrpelnys (“La quercia vanitosa”). Di queste, due – “Il banchetto della volpe e della cicogna” e “Il cane Testagrossa” – hanno soggetto ripreso da Fedro, due – “Il lupo giurista” e “La quercia spaccona” – da Esopo, infine due sono originali: “Il cane Bruno al mercato” e “Favoletta sullo scarabeo”.

È importante sottolineare il fatto che fino a quel momento non esisteva una tradizione originale lituana per quanto riguarda il genere letterario delle favole, di cui Donelaitis fu quindi il primo esempio. Il poeta si attenne in larga parte ai canoni tradizionali: si è già visto che i soggetti sono spesso ripresi dai classici. Anche la struttura è quella tipica: la prima parte presenta una vicenda allegorica, la seconda contiene una morale. Anche certi stereotipi sono mantenuti: la volpe è astuta, il lupo è malvagio, la quercia è piena di sé. Allo stesso tempo, vi sono anche dei notevoli tratti di originalità, come l’inserimento di figure tipicamente lituane (la cicogna e lo scarabeo) e l’utilizzo di soggetti nuovi.

Queste poesie, così come Le Stagioni, vennero pubblicate postume. Fu ancora una volta Ludwig Rhesa ad occuparsi della loro prima edizione nel 1824. Esse comparvero nel libro Aisopas, arba pasakos (“Esopo, o le favole”) pubblicato a Königsberg presso l’editore Hartung. In questo libro, Rhesa presentava una raccolta di favole tradotte dal greco, alle quali ne aggiungeva altre originali, tra cui quelle di Donelaitis.